L’Assegno Unico appare un aiuto ancora troppo basso per molte famiglie: ora per molti arriva il potenziamento da 500 o 1000 euro.
Nel 2024 il Governo Meloni ha approvato un piccolo aumento dell’AUU (Assegno Unico Universale). Il valore del contributo varia ora da un minimo di 57 euro fino a un massimo di 200 euro, senza maggiorazioni. L’importo dipende innanzitutto dalla fascia ISEE della famiglia. L’INPS pubblica periodicamente le tabelle con le soglie di reddito aggiornate (tramite cui determinare l’importo esatto dell’assegno).
La misura, attiva come sostegno economico per le famiglie con figli a carico, viene attribuita dunque per ogni figlio, ma entro certi limiti, che a molti potrebbero apparire eccessivamente rigidi. Per legge l’assegno viene corrisposto per ogni figlio minorenne a carico (a decorrere dal settimo mese di gravidanza).
Per i figli maggiorenni, fino al compimento dei 21 anni, bisogna dimostrare che la prole frequenti l’università, un corso di formazione scolastica o professionale. Oppure che sia in cerca di lavoro, che svolga un tirocinio o abbia un lavoro con cui guadagna poco (meno di 8.000 euro l’anno). Per i figli con disabilità, l’assegno è invece senza limiti di età.
Nel 2024 si pensava che sarebbe arrivato un significativo potenziamento dell’Assegno Unico, dato che il Governo Meloni si era presentato come un esecutivo che avrebbe messo al primo posto il sostengo alla famiglia e alla natalità. Eppure, per parecchie famiglie, l’AUU appare insufficiente come contributo al sostentamento dei figli.
Lo Stato, ovviamente, deve fare i conti con la sostenibilità economica di certe misure e non può certo perdere di vista le ragioni di bilancio. Ciononostante, di fronte all’aumento del costo della vita, sarebbe importante revisionare l’importo dell’aiuto per garantire che tali iniziative di sostegno siano veramente adeguate alle esigenze delle famiglie. Specie quelle più povere o quelle più numerose.
Così quando non è lo Stato a intervenire, ci pensa la politica locale. Com’è appunto successo a Bari, in Puglia. Sul sito comunale del capoluogo di Regione pugliese è infatti apparso un bando per la richiesta di un sostegno economico alle famiglie numerose. Si tratta di un rimborso di spese relative a servizi e attività formative e culturali extrascolastiche per i ragazzi e di spese per ticket sanitari e visite specialistiche.
Questo potenziamento dell’Assegno Unico è destinato a nuclei familiari con almeno tre figli fiscalmente a carico fino al ventiseiesimo anno di età (i figli devono essere residenti da almeno sei mesi nel Comune di Bari). La famiglia richiedente deve avere un ISEE sotto i 25.000 euro.
E l’aiuto complessivo per ciascun nucleo familiare sarà pari alla spesa sostenuta e documentata. Sino a un importo massimo compreso tra 500 e 1.000 euro, in base al numero di figli fiscalmente a carico e fino a esaurimento delle risorse finanziarie disponibili.
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