Il Governo prepara il condono edilizio. Le opposizioni insorgono, ma l’iter sembra ormai avviato: le date da tenere presenti.
Il condono edilizio, una delle questioni più dibattute nel panorama politico ed economico italiano. Torna ora al centro dell’attenzione con la prospettiva di un nuovo provvedimento volto a semplificare le procedure di regolarizzazione del patrimonio immobiliare del Paese. Ma non mancano neanche questa volta le polemiche.
Il condono edilizio consente la regolarizzazione di opere edilizie realizzate in violazione delle norme urbanistiche ed edilizie vigenti al momento della loro realizzazione. Spesso, queste irregolarità possono riguardare ampliamenti non autorizzati, modifiche non dichiarate o addirittura la costruzione di interi edifici senza autorizzazione.
L’obiettivo del condono edilizio è quello di offrire ai proprietari la possibilità di regolarizzare la propria situazione, evitando sanzioni e multe, e consentendo il recupero della legalità nel settore edilizio. Tuttavia, il condono edilizio è sempre stato oggetto di accese polemiche, con chi lo considera uno strumento di “premialità dell’illegalità” e chi invece lo ritiene un’opportunità per risolvere situazioni di stallo e favorire lo sviluppo del settore. E anche con questo nuovo provvedimento non mancano le polemiche: le opposizioni insorgono.
Condono edilizio: ci siamo
Entro il prossimo aprile o massimo metà maggio, potrebbe vedere la luce un decreto denominato “Salva Casa”, noto anche come “Pace Edilizia”. Questa iniziativa è stata annunciata dal vicepremier Matteo Salvini, in vista delle elezioni europee di giugno. L’obiettivo principale di questo decreto è quello di sanare le “lievi difformità” o le “irregolarità strutturali” che interessano circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano, secondo i dati del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Queste lievi difformità comprendono variazioni come tramezzi spostati, finestre non dichiarate nei permessi di costruzione, o parti di immobili non segnalate nei registri comunali come nicchie. Tali difformità stanno causando problemi nelle transazioni immobiliari, impedendo spesso la regolarizzazione delle situazioni per i piccoli proprietari immobiliari, i quali si trovano spesso nell’impossibilità di ristrutturare o vendere le proprie case. Il “Salva Casa” mira principalmente a correggere specifiche situazioni di difformità interne agli edifici, come lievi modifiche apportate dai proprietari in una singola unità immobiliare.
Il provvedimento prevede tre opzioni per la regolarizzazione delle situazioni irregolari: la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Lavori (Scia) in sanatoria, il pagamento di una sanzione per gli interventi eseguiti in parziale difformità rispetto alle normative, oppure il rispetto dei limiti previsti dalle tolleranze costruttive che non compromettono lo stato legittimo dell’immobile. Si tratta, comunque, di un provvedimento ancora in fase di valutazione presso il ministero delle Infrastrutture.
Il processo di regolarizzazione non sarà gratuito, poiché è prevista l’applicazione di tariffe proporzionali alle discrepanze rispetto alle normative edilizie in vigore, con tariffe più elevate per le irregolarità maggiori. E, sebbene manchino ancora diversi dettagli, non mancano le polemiche. Le opposizioni, infatti, spingono sul tema della legalità e sul fatto che questo provvedimento sia, di fatto, una mossa elettorale in vista delle Europee. Ma l’impressione è che il Governo andrà fino in fondo.