Le ex festività che sono state soppresse incidono sulla busta paga, anche se molti non lo sanno. Ecco a quanto ammontano e quali sono.
Ricevere ogni mese lo stipendio non può che essere provvidenziale anche se troppo spesso, magari perché presi dalla fretta, non controlliamo con attenzione la busta paga, cosa che invece sarebbe ideale fare. La cifra che si percepisce ogni mese, infatti, è frutto certamente del guadagno orario stabilito in fase di contratto, ma anche di altre voci, che sarebbe bene conoscere.
Il conteggio finale può dipendere anche dalle ex festività, che un tempo erano considerati giorni di riposo, mentre oggi sono state soppresse. Ogni lavoratore matura però dei permessi di cui godere quando queste cadono in giornate per cui è prevista attività lavorativa. In questo 2024 ce ne sono diversi, che sarà quindi possibile sfruttare se si deciderà di organizzarsi per una vacanza più o meno breve.
Il ruolo delle ex festività soppresse in busta paga
Ogni dipendente attraverso il numero di giorni in cui lavora arriva a maturare ROL (Riduzione dell’Orario di Lavoro), ferie, permessi lavorativi ed ex festività. Tutti questi, pur avendo voci differenti, possono consentire in caso di necessità di assentarsi qualche giorno dall’azienda, ovviamente in accordo con il datore di lavoro e sulla base delle esigenze di entrambi.
Questi non sono altro che diritti che ognuno di noi ha maturato sulla base del contratto collettivo e che è bene conoscere per capire quando poterli sfruttare. Troppo spesso viene però sottovalutato il ruolo svolto dalle ex festività soppresse, che vengono date quasi per scontate, soprattutto perché, in quanto tali, non comportano più la possibilità di stare a casa come invece accade in occasione di altre ricorrenze, quali ad esempio Pasqua o Natale, giusto per fare qualche esempio.
Queste per essere trasformate in permessi di cui usufruire devono però cadere in calendario in giornate in cui normalmente sarebbe prevista attività lavorativa. Analizzando la situazione, calendario alla mano, ce ne sono diverse in questo 2024, è bene quindi saperlo per capire come muoversi.
Questi quelli che mancano da qui alla fine dell’anno:
- Ascensione (39 esimo giorno dopo Pasqua, che nel 2024 capita di domenica 31 maggio, quindi l’Ascensione è il 9 maggio 2024);
- Corpus Domini (60 esimo giorno dopo Pasqua, nel 2024 è il giorno 30 maggio 2024);
- Santi Pietro e Paolo (29 giugno, esclusa la piazza di Roma);
- Unità Nazionale (4 novembre).
La Festività dei Santi Pietro e Paolo per i lavoratori operanti nel Comune di Roma è stata reintrodotta come ricorrenza del Santo Patrono, dall’art. 1 del D.P.R. 792/1985.
A quanto ammonta la retribuzione
Una volta assodata l’importanza delle ex festività soppresse in busta paga, è bene sapere quanto queste possano incidere. Tutto può variare a seconda del contratto collettivo nazionale, che dipende dal settore in cui si opera. Si devono quindi distinguere due differenti situazioni:
- giorni retribuiti (4 giorni più il trattamento speciale della festività del 4 novembre);
- ore retribuite (32 ore di permessi retribuiti).
Se le ex festività cadono in un giorno feriale, al lavoratore spettano delle giornate o delle ore in più. Se invece queste dovessero cadere di sabato, si devono controllare le indicazioni a riguardo presenti nel CCNL.
Le ex festività soppresse danno diritto a 32 ore di permessi retribuiti che maturano mensilmente e che non si perdono (si deve comprendere anche il 19 marzo, giorno di San Giuseppe). Se queste non dovessero essere godute, si ha diritto a un aumento nella retribuzione, che inciderà anche sui contributi maturati oltre che sul TFR.