Anche le bollette dell’energia possono essere detratte nel Modello 730, ci sono però alcune condizioni stringente da tenere presenti.
Le bollette dell’energia, in Italia, sono inconfutabilmente molto alte. Secondo l’ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia, le Reti e l’Ambiente, il prezzo dell’energia elettrica in Italia è più alto rispetto all’area Euro. Dopo l’impennata degli anni scorsi, causata dalla guerra in Ucraina, e un calo più o meno significativo registratosi nel 2023, da gennaio 2024, anche la bolletta del gas è tornata a essere molto pesante.
Per mitigare l’impatto di questi costi spesso ingestibili, gli utenti di utenze domestiche possono monitorare i propri consumi e optare per strategie di risparmio energetico. Oppure possono provare a rivolgersi al libero mercato per scegliere tariffe che si adattino alle proprie esigenze. Anche se fondamentali, simili comportanti non bastano tuttavia ad abbassare la spesa.
Ecco perché diventa fondamentale poter scaricare dalle tasse, per esempio dal 730, parte dell’esborso relativo alle bollette. Il problema è che le famiglie, cioè i titolari di utenze domestiche, non hanno modo di usufruire di sconti fiscali per le spese relative alle bollette di energia.
Le somme versate per le bollette, anche se caricate di varie imposte (come accise e IVA) non sono infatti deducibili dalle tasse con la dichiarazione dei redditi e il 730. Si sono però alcune categorie che possono agevolmente portare le bollette in detrazione.
I soggetti che possono davvero risparmiare sulle bollette portando la spesa in detrazione sono i professionisti autonomi e le aziende. Si tratta sostanzialmente di scaricare le bollette nel 730. Per la normativa vigente godono della detrazione le partite IVA e i gestori d’impresa, cioè i lavoratori autonomi.
Ha senso, poiché le aziende e i professionisti autonomi non possono sottoscrivere contratti standard con i fornitori. Le compagnie elettriche e gas li considerano clienti business e le loro bollette sono gravate da un’aliquota IVA più elevata pari al 22%, mentre l’aliquota base applicata ai consumatori domestici è pari al 10%.
I professionisti autonomi e le aziende possono dunque sfruttare una detrazione del 50% delle spese sostenute per le utenze (luce e gas, ma anche telefono fisso, telefono mobile, wi-fi). E se il libero professionista autonomo lavora a casa? Bene, in questo caso le utenze di casa sono scaricabili, ma solo nel caso in cui il contribuente non possieda un altro immobile adibito all’esercizio dell’attività.
Le condizioni per la detrazione sono il principio di certezza e le spese miste. La prima condizione suggerisce che le bollette devono indicare chiaramente il nome dell’impresa e quello dell’utilizzatore del servizio in quanto titolare di partita IVA. Per le spese miste (per esempio, uso sia personale che aziendale) la deduzione è possibile solo se la fornitura è business.
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