I social network stanno per entrare in una seconda era e Meta ci ha già messo lo zampino: ecco il progetto del colosso.
In questo momento Meta, società di proprietà di Mark Zuckerberg, tra Instagram, Facebook, Thread e WhatsApp possiede 3.24 miliardi di utenti. Un numero enorme che corrisponde ad una mole di dati gargantuesca e di conseguenza ad un potere economico (chiaramente una simile utenza e così tanti dati fanno gola alle aziende pubblicitarie e non) e mediatico difficile da quantificare.
Sebbene Meta non possieda il monopolio della comunicazione web e dei social, la sua posizione di leadership è talmente ampia da non temere né Twitter (o X se preferite) né TikTok. Eppure quando l’azienda americana ha deciso di creare Threads in risposta all’esigenza degli esuli di Twitter scontenti dalla gestione Musk, ha anche deciso di aderire al Fediverse.
Una scelta che ha sorpreso molti proprio in considerazione del fatto che Meta possiede un numero sconfinato di utenti e non ha bisogno di staccarsi dai protocolli standard di Internet. Basti pensare che il solo Threads possiede già 15 milioni di utenti (in continua crescita) che sono molti di più di quanti ne possieda Mastodon (1 milione di utenti), ovvero il secondo social per grandezza all’interno del Fediverse.
Possibile dunque che Meta voglia dominare anche all’interno del protocollo Fediverse, oppure vuole spostare tutti i suoi social su quei server? Se si trattasse di un semplice esperimento al fine di avere sotto controllo anche questa realtà di internet c’è poco da discutere, diverso sarebbe il discorso nel caso in cui l’azienda volesse spostare tutta la propria attività sul Fediverse in vista dell’evoluzione del proprio Metaverso.
Qual è il piano di Meta sul Fediverse?
Attualmente Meta non ha comunicato l’intenzione di spostare il proprio business sul Fediverse, ma prima di esplorare le possibili motivazioni di questa “esplorazione” bisogna capire prima cos’è il Fediverse. Il nome deriva dall’unione di “Federated Universe”, parole che stanno ad indicare ciò che questa realtà web è ovvero un unione di server.
Come saprete ogni azienda sul web ha il proprio o propri server privati sui quali si svolge l’attività che si può compiere sui siti o sui social e nei quali vengono contenuti i dati. La differenza in questo caso è che i server appartenenti al Fediverso sono collegati da uno stesso linguaggio di programmazione e possiedono dunque un sistema aperto di comunicazione e navigazione.
Chiunque apra un’account sul Fediverso potrà avere accesso alle informazioni sull’account di un’altra persona anche se questa si trova su un altro social network, allo stesso modo potrà scambiare mail e messaggi senza bisogno di creare un secondo account. Un simile sistema apre a possibilità di comunicazione più ampie, ma soprattutto ad un platea di utenti potenzialmente sconfinata.
Stando a quanto rivelato nel podcast ‘Flipboard Dot Social’ da Mike McCue, l’intento della società di Zuckerberg sarebbe proprio quello di esplorare le possibilità offerte da questo sistema aperto, nonché quello di testare la funzionalità del sistema di protezione della privacy e di quello del sistema di moderazione.
Se da un lato dunque il Fediverso offre la possibilità di rendere l’esperienza utente più libera e fluida (chiunque può tramutarsi da semplice utente a content creator), dall’altro c’è la possibilità di testare un sistema di moderazione che consente agli utenti la possibilità di filtrare contenuti e utenti in autonomia, in maniera stratificata e in tempo reale.
Per rispondere definitivamente alla domanda che ci siamo posti, insomma, Meta ha posto Threads su questo sistema di server per esplorare una nuova frontiera commerciale e capire se possa essere la base per il proprio futuro. Un qualcosa che non stupisce più di tanto visto che proprio lo studiare il mercato è ciò che consente alle aziende leader di rimanere tali.