Si possono risparmiare moltissimi soldi sulle spese per hotel e ristoranti. Ecco tutto quello che c’è da sapere
In un contesto fiscale caratterizzato da tassazioni elevate, è fondamentale sfruttare ogni opportunità legittima di risparmio, specialmente quando si tratta di spese sostenute per alberghi e ristoranti durante l’esercizio dell’attività professionale. Allora, queste opzioni di cui vi parleremo oggi vi risulteranno molto appetibili. In tutti i sensi.
È essenziale per le imprese e i professionisti comprendere le regole riguardanti le spese di alberghi e ristoranti al fine di massimizzare il risparmio. Consultare le normative vigenti e le specifiche dell’Agenzia delle Entrate è cruciale per ottemperare correttamente agli obblighi fiscali e sfruttare le opportunità di risparmio disponibili. In questo articolo esamineremo le regole e gli importi di detraibilità IVA e deducibilità per società, imprese e professionisti, con particolare attenzione ai titolari di partita IVA nel regime forfettario.
Le spese per alberghi e ristoranti sono interamente detraibili per imprese e professionisti solo se documentate da fattura. Per quanto riguarda la deducibilità del costo, i professionisti possono dedurre il 75% della spesa, fino al limite del 2% dei compensi percepiti. La detraibilità e deducibilità IVA delle spese per alberghi e ristoranti nel 2024 sono regolate dal TUIR e seguono regole specifiche per imprese, professionisti e società titolari di partita IVA in diversi regimi fiscali.
Le spese deducibili possono essere distinte in: spese “pure”, cioè spese dirette per alberghi e ristoranti, spese di rappresentanza, spese sostenute per accrescere il prestigio dell’attività e spese per corsi di aggiornamento professionale. La detraibilità IVA per i professionisti è del 100% delle spese per alberghi e ristoranti, a condizione che siano documentate da fattura e inerenti all’attività svolta.
Per quanto riguarda la deducibilità del costo, è del 75%, con un limite massimo del 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Le novità introdotte dal Jobs Act del lavoro autonomo hanno eliminato il limite del 75% entro il 2% dei compensi per le spese relative a incarichi addebitati analiticamente al committente.
L’Agenzia delle Entrate ha specificato le spese ammesse, gli importi e i limiti con la circolare numero 6/E del 3 marzo 2009, consultabile sul sito dell’Agenzia. I titolari di partita IVA in regime forfettario o dei minimi non possono detrarre l’IVA relativa alle spese per alberghi e ristoranti, operando in regime di esenzione.
Per i titolari di partita IVA in regime dei minimi, è possibile dedurre il 50% della spesa. Le spese sostenute per l’iscrizione e la frequenza di corsi di formazione o aggiornamento professionale, convegni o congressi possono essere dedotte al 100%, entro il limite annuo di 10.000 euro.
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