In quali casi si è tutelati dopo la comunicazione di sfratto? Attenzione a questi casi perché un inquilino non può essere sfrattato.
Lo sfratto è una procedura legale che si attua in circostanze specifiche, come il mancato pagamento dell’affitto per diversi mesi o la commissione di atti vandalici da parte dell’inquilino.
Questo dà al proprietario il diritto di terminare il contratto di locazione e richiedere l’abbandono dell’immobile all’inquilino. Tuttavia, esistono delle eccezioni importanti che devono essere rigorosamente osservate.
Quando l’inquilino non può essere sfrattato
L’Italia ha sempre avuto un mercato degli affitti particolarmente delicato. Molte persone preferiscono vivere in affitto piuttosto che acquistare una casa, portando a un incremento significativo dei canoni di locazione. A complicare ulteriormente la situazione contribuisce anche la pratica dei pagamenti “in nero”, adottata per eludere le tasse, costringendo i proprietari a richiedere importi maggiorati per mantenere i loro guadagni.
Per tentare di regolamentare meglio questo settore, il Governo ha introdotto nuove misure nella Legge di Bilancio 2023. Tra le novità più rilevanti figurano l’estensione della durata minima dei contratti d’affitto da 4 a 6 anni e la limitazione degli aumenti del canone di locazione a cadenza biennale anziché annuale. Viene inoltre introdotta una tassazione sugli affitti non percepiti per chi possiede più immobili.
Ma cosa accade se un inquilino smette di pagare l’affitto? Il proprietario può procedere allo sfratto senza incontrare ostacoli? La risposta è negativa: esistono procedure ben definite da seguire e, se queste non vengono rispettate, lo sfratto può essere considerato illegittimo con conseguente possibilità per l’inquilino di denunciare il proprietario.
Un passaggio cruciale nella gestione del contratto d’affitto è la sua registrazione presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla firma. Questa operazione offre protezione sia al proprietario sia all’inquilino in caso fosse necessario procedere allo sfratto o se dovessero emergere problemi quali danneggiamenti all’immobile. Per avviare legalmente lo sfratto è necessaria l’assistenza legale e aprire una causa presso il Tribunale competente. Successivamente bisogna notificare formalmente la richiesta allo sceriffo o al giudice entro sei mesi dall’avvio della procedura.
La fase successiva prevede lo sgombero forzato dell’immobile con l’intervento della forza pubblica (solitamente gli agenti della Polizia Locale) solo dopo aver ricevuto tale notifica ufficiale. Omettere uno qualsiasi dei passaggi sopra menzionati o agire al di fuori delle normative stabilite rende lo sfratto illegittimo ed espone alla possibilità di denuncia verso chi ne ha fatto richiesta.
In caso si verifichi una situazione del genere, sarà indispensabile consultarsi nuovamente con un avvocato per difendere i propri diritti davanti alla giustizia competente. Lo stesso approccio deve essere adottato anche nell’eventualità manchino documentazioni essenziali come quelle relative alla morosità dell’inquilino, alle spese condominiali arretrate o alle utenze domestiche non saldate dall’inquilino.