Cosa accade quando si vende l’immobile dove a percepire l’affitto è l’erede? Attenzione a questi casi previsti dalle legge.
Ereditare un immobile in comunione con altri familiari può sembrare a prima vista un vantaggio economico, ma spesso si trasforma in una fonte di conflitti e complicazioni. Uno dei casi più frequenti è quello in cui uno dei coeredi decide di affittare l’immobile senza il consenso degli altri, sollevando dubbi sulla legalità e sulle conseguenze di tale azione.
Una sentenza della Corte di Cassazione (n. 11135/2012) ha chiarito la posizione legale riguardo questa materia. Secondo la Corte, l’erede che affitta l’immobile agisce come “gestore di affari” nell’interesse comune dei coeredi. Di conseguenza, il contratto di locazione è considerato valido anche senza il consenso esplicito degli altri eredi, introducendo un principio importante nella gestione delle eredità condivise.
Di fronte a questa situazione, i coeredi che non hanno partecipato alla decisione dell’affitto si trovano davanti a due strade principali: possono scegliere di ratificare il contratto accettandolo formalmente e dividendo i canoni di locazione oppure possono decidere di intraprendere azioni legali contro il coerede responsabile dell’affitto non concordato, richiedendo un risarcimento per eventuali danni subiti.
Un aspetto cruciale da considerare è la posizione dell’inquilino che occupa l’immobile oggetto del contenzioso tra i coeredi. La legge tutela fortemente i diritti dell’inquilino: questi non può essere sfrattato a causa del disaccordo tra i proprietari e ogni contratto d’affitto deve essere rispettato fino alla sua naturale scadenza. L’unica via per una cessazione anticipata del contratto è rappresentata dall’esercizio del diritto di disdetta con preavviso sei mesi.
Anche nel caso in cui gli eredi decidano per la divisione della comunione ereditaria o per la vendita dell’immobile affittato, le regole da seguire sono chiare: ogni nuova disposizione deve rispettare le condizioni del contratto d’affitto vigente fino alla sua conclusione. Questo principio vale anche nel caso in cui uno degli eredi decida autonomamente di vendere la propria quota; gli altri hanno diritto di prelazione ma qualsiasi nuovo proprietario sarà ugualmente vincolato dal contratto esistente.
Data la complessità delle situazioni che possono emergere dall’affittare un immobile ricevuto in eredità senza un accordo comune tra tutti gli eredi, diventa essenziale avvalersi della consulenza legale specializzata. Un avvocato esperto potrà fornire tutte le indicazioni necessarie per navigare le acque talvolta turbolente delle successioni immobiliari condivise, assicurando che ogni azione sia intrapresa nel pieno rispetto delle normative vigenti e dei diritti degli interessati.
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