Come difendersi e soprattutto non rimetterci soldi quando si parla di coinquilini morosi: tutto quello che c’è da sapere.
La problematica dei condomini morosi rappresenta da sempre un grattacapo non indifferente per chi paga regolarmente le proprie quote.
La legge prevede che, in caso di mancati pagamenti da parte di uno o più condomini, il debito si ripartisca tra tutti gli altri. Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui i condomini affrontano questa situazione.
Quando un condomino non adempie ai suoi obblighi finanziari, gli altri proprietari dell’edificio si trovano a dover fronteggiare una situazione ingiusta ma legalmente prevista: la responsabilità sussidiaria. Questo significa che i creditori possono rivolgersi a loro per recuperare le somme dovute. In questo contesto, l’amministratore del condominio gioca un ruolo cruciale nel tentativo di recuperare i fondi mancanti prima che la situazione degeneri.
L’amministratore ha il dovere giuridico di agire entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio finanziario per recuperare le somme dovute dai morosi. Questo comporta l’avvio di azioni legali e può arrivare fino alla sospensione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato per i morosi. Il processo include la richiesta di un decreto ingiuntivo e può culminare con il pignoramento dei beni del debitore.
Nel frattempo, se un creditore rimane insoddisfatto perché non ha ricevuto il pagamento dall’amministratore (indipendentemente dalla causa), può decidere di agire contro l’intero condominio richiedendo anch’esso un decreto ingiuntivo. Questa azione mette a rischio tutti i condòmini che potrebbero vedersi pignorati i propri beni personali per coprire il debito.
La novità introdotta dalla recente sentenza della Cassazione riguarda proprio la possibilità per l’assemblea dei condòmini di inserire nei contratti d’appalto una clausola specifica che protegga i membri virtuosi dal rischio legato alla morosità altrui. Tale clausola prevede che in caso di mancati pagamenti, il fornitore possa agire esclusivamente nei confronti dei singoli condòmini inadempienti e non contro l’intero condominio.
Questa disposizione rappresenta un importante strumento a tutela degli interessati onesti e puntuali nei pagamenti delle spese condominiali. Grazie a questa innovativa interpretazione legislativa, è ora possibile evitare che le conseguenze della negligenza o dell’inadempienza finanziaria ricadano su chi invece adempie correttamente ai propri obblighi.
Grazie alla sentenza della Cassazione 19532/2024 depositata il 16 luglio 2023, si apre una nuova era nella gestione delle dinamiche interne ai condomini italiani: quella dove è possibile garantire equità e giustizia tra tutti i partecipanti all’interno della comunità residenziale.
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