Cosa rischia il lavoratore in malattia che non si fa trovare a casa quando il medico si presenta per fare la visita fiscale?
Quando un lavoratore dipendente, sia pubblico che privato, è malato e non può recarsi come al solito sul posto di lavoro ha l’obbligo di contattare il medico chiamato a redigere il certificato di malattia da mandare per via telematica all’Inps.
Il certificato serve ad attestare la malattia del lavoratore e indica il numero di giorni in cui potrà assentarsi dal lavoro. In questo modo il dipendente malato avrà diritto a un’indennità – pagata in parte dalla ditta e in parte dall’Inps – per i giorni di assenza dal lavoro. Inoltre potrà conservare il lavoro fino al termine del periodo di comparto (vale a dire il periodo di tempo, previsto dai contratti collettivi di categoria, entro il quale il dipendente malato non può essere licenziato dal datore di lavoro).
Come noto però il dipendente in malattia deve rispettare degli orari di reperibilità – diversi per il settore pubblico e quello privato – durante i quali il medico può presentarsi a casa per la visita fiscale. Cosa rischia il lavoratore se a casa il medico non trova nessuno?
Il certificato di malattia rilasciato dal medico contiene tra le altre cose anche l’indirizzo dell’abituale residenza o del domicilio del lavoratore e gli orari di reperibilità, cioè le fasce orarie nelle quali il dipendente ha l’obbligo di essere presente in casa per la visita fiscale.
Gli orari di reperibilità sono diversi tra pubblico e privato. I dipendenti privati in caso di malattia devono rimanere a casa dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19; quelli pubblici invece dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Se il medico non trova a casa il dipendente provvede a lasciare un avviso che lo informa di non averlo trovato comunicandogli di presentarsi il giorno successivo (se non festivo) in ambulatorio per la visita.
Ad ogni modo il medico dovrà comunicare l’assenza del lavoratore all’Inps che a sua volta informerà il datore di lavoro. Se il giorno successivo il dipendente non dovesse presentarsi in ambulatorio avrà 10 giorni di tempo per giustificare la sua assenza.
Altrimenti scatteranno per lui sanzioni disciplinari che comprendono la perdita dell’indennità di malattia, fino a 10 giorni (in caso di assenza al primo controllo del medico), la decurtazione del 50% dell’indennità di malattia (se il dipendente è assente anche al secondo controllo), fino alla perdita totale dell’indennità di malattia nel caso di una terza assenza ai controlli. Se recidivo, il dipendente assente ai controlli della visita fiscale rischia anche il licenziamento per giusta causa, come stabilito dalla Cassazione nel 2016.
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