Arrivano cambiamenti nel 2024 sul pignoramento di stipendio e tredicesima. Ecco cosa sta per cambiare quest’anno a riguardo.
Quando si parla di crediti, una delle opzioni a disposizione dei creditori è il suo stipendio. Questo rappresenta, infatti, un credito del dipendente verso il datore di lavoro. In quanto tale gli altri creditori possono richiedere il pignoramento dello stipendio. In questa situazione il datore di lavoro tratterà una parte della busta paga del dipendente e la verserà direttamente ai creditori.
Da notare che ci sono dei limiti che i creditori possono rispettare. L’importo massimo pignorabile è pari a un quinto del reddito mensile. Il limite cambia in base all’importante per i pignoramenti dell’agente della riscossione, fissati a 1/10 per importi fino a 2.500 euro, 1/7 tra i 2.500 e i 5.000 e 1/5 oltre quella cifra. Da notare che gli importi si riferiscono agli stipendi netti.
Il pignoramento si applica dopo la sottrazione delle ritenute di legge, ovvero eventuali contributi previdenziali e assistenziali e trattenute fiscali a carico del lavoratore. Nel caso siano presenti più pignoramenti dovuti a cause diverse, la trattenuta non può comunque essere superiore a metà del netto percepito.
2024, pignoramento di stipendio e tredicesima: cosa devi sapere
Importante ricordare che il pignoramento include tutte le somme che rientrano a titolo di stipendio, salario o altre eventuali indennità sul rapporto di lavoro (incluse quelle in caso di cessazione del rapporto lavorativo). Rientrano, quindi, le mensilità aggiuntive come la tredicesima e l’eventuale quattordicesima.
Le voci che invece sono escluse dal pignoramento sono quelle a titolo di rimborso spese, trasferta, assegni familiari, buoni pasto e indennità di maternità e malattia. Si salva anche il trattamento integrativo, visto che si tratta di un contributo di natura fiscale e non retributivo.
Arrivano delle novità per il 2024 sui pignoramenti. Secondo il decreto legge del 2 marzo 2024, infatti, cambia il codice di procedura civile per il pignoramento di crediti verso terzi. Questo introduce nuovi limiti specifici sugli importi dei crediti pignorabili. Secondo la nuova legge, il pignoramento di crediti del debitore verso terzi perde efficacia dopo 10 dalla notifica, escludendo ordinanza di assegnazione o circostanze di estinzione anticipata.
Il creditore può, però, dichiarare interesse a mantenere il vincolo pignoratizio entro due anni dalla scadenza del termine decennale. Di conseguenza questo si applica solo in casi specifici dove il creditore non rinnova la richiesta.