Il Governo elabora il pacchetto “salva-casa”. Ma sul nuovo condono non mancano le polemiche. Ecco cosa prevede il provvedimento.
Il governo italiano sta progettando di introdurre un nuovo condono edilizio nel 2024, che potrebbe avere un impatto su circa l’80% delle case nel Paese. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, sotto la guida di Matteo Salvini, sta elaborando un insieme di normative volte a intervenire sulle abitazioni per regolarizzare piccole irregolarità o difformità strutturali. Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso il suo consenso all’iniziativa, anche senza avere dettagli specifici sulla normativa. Entriamo nel dettaglio.
Il condono edilizio proposto mira a semplificare il processo di regolarizzazione delle piccole difformità, come tramezzi, soppalchi, nuove volumetrie e destinazioni d’uso. Attualmente, queste difformità sono difficili da sanare perché manca la cosiddetta “doppia conformità”. Questo pacchetto legislativo potrebbe offrire un aiuto agli oltre tre quarti dei proprietari di immobili che presentano attualmente difformità.
Come ben sappiamo, attorno al condono edilizio, da sempre, aleggiano polemiche di natura politica. Per alcuni si tratta di un provvedimento necessario per sanare piccole irregolarità edilizie e non perseguitare i cittadini italiani. Per altri, invece, il condono edilizio è, di fatto, un meccanismo che premia i furbi. A mettere il carico politico sulla situazione c’è anche il fatto che alcuni bollano questa idea come una mossa elettorale, in vista delle Europee dei prossimi mesi.
Cosa prevede il provvedimento “Salva-casa” caldeggiato da Salvini?
Secondo una stima del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, quasi l’80% delle abitazioni italiane presenta questo tipo di problematiche. Le difformità, comunemente chiamate abusi edilizi, si verificano quando un intervento viene eseguito senza seguire le normative o è diverso da quanto presentato nel progetto iniziale.
La nuova legge potrebbe eliminare il requisito della doppia conformità, semplificando così il processo di regolarizzazione. Attualmente, ciò significa confrontare le normative vigenti al momento dell’abuso con quelle attuali, un processo complicato e spesso oneroso. Con il nuovo approccio, sarebbe sufficiente rispettare le regole attuali o quelle dell’epoca in cui è avvenuto l’abuso per ottenere l’approvazione.
Gli esperti stanno lavorando su tre tipi principali di difformità lievi: lo stato legittimo, le tolleranze costruttive e la doppia conformità. La nuova normativa potrebbe sanare difformità di natura formale, come incertezze nella disciplina vigente, difformità edilizie interne, come modifiche ai tramezzi o ai soppalchi, e difformità che potevano essere regolarizzate all’epoca dei lavori, ma non ora a causa del requisito della doppia conformità.
Secondo indiscrezioni, potrebbe essere possibile anche regolarizzare cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee, sebbene ci sarà un costo associato alla sanatoria.