I costi delle bollette sono alle stelle e ora c’è un nuovo pericolo legato ad una truffa che si sta diffondendo a macchia d’olio.
Quando un importo risulta del tutto fuori budget o differisce dalle previsioni e da quella che è la spesa comune, prima di pagare, è necessario controllare. Va letta con attenzione la specifica della bolletta e se ci sono elementi che non sono chiari o che sono del tutto fuorvianti è importante fare ricorso alle associazioni di categoria.
Si può ricevere supporto, anche del tutto gratuito, direttamente sul web. In questo modo si scovano le truffe ma si ottiene anche un risarcimento se è già capitato e se sono stati versati più soldi di quanto dovuto.
Truffa bolletta del gas: cosa controllare e come ottenere il rimborso
Massimiliano Dona, il famoso avvocato del web che si occupa di tutela del consumatore, in uno dei suoi video ha spiegato cosa non va in alcune bollette del gas e come si può fare per richiedere un risarcimento. Questo elemento può riguardare anche altri tipi di forniture, quindi bisogna sempre fare attenzione. Il problema principale riguarda quanti hanno aderito a un’offerta a tempo determinato per il passaggio al mercato libero e si sono visti poi recapitare bollette anche del doppio perché la stessa era giunta al termine.
Ovviamente molti si sono ritrovati in questa situazione in pieno inverno quindi quando i costi sono più elevati per un maggiore consumo di gas. Una truffa bella e buona che ha spinto i consumatori a cercare vie alternative e assistenza dopo che si sono ritrovati con bollette piuttosto corpose da dover pagare. Come spiegato dagli specialisti però ci sono tutti gli elementi per poter ottenere un rimborso o comunque per farsi stornare una parte della cifra da pagare.
Il problema è che le aziende sono tenute ad avvertire l’utente almeno tre mesi prima rispetto alla scadenza della tariffa, molte non lo hanno fatto quindi l’utente pur sapendo che la sua tariffa era a scadenza ovviamente ha rimosso la data effettiva e si è trovato con l’amara sorpresa. In questi casi però è venuto meno uno degli obblighi dell’azienda stessa che fornisce la materia prima ed è chiaro dunque che ci sono gli estremi per procedere e chiedere il rimborso.
La prima cosa da fare è controllare se ci sono stati recapitati messaggi chiari ed entro i termini previsti, in quel caso se sono stati ignorati dal consumatore ma presenti, allora non si può fare nulla. Se però la colpa è dell’azienda che ha omesso la comunicazione o comunque l’ha inviata in maniera fuorviante, magari per spacciarla come una pubblicità, consapevole di come gli utenti raramente aprano queste comunicazioni, allora c’era tutta l’intenzione da parte dell’azienda stessa di far cadere in trappola il consumator e ci sono gli estremi per procedere.