Scoppia il caso sulle multe alle auto in ZTL. Una recente sentenza della Cassazione riaccende il dibattito in Italia.
Il dibattito sugli autovelox e sulle multe generate da controlli automatizzati attraverso telecamere è nuovamente al centro dell’attenzione. Sebbene il tema non sia mai scomparso del tutto, ora emergono dubbi significativi sulla validità delle sanzioni emesse.
La recente intervista rilasciata da Giorgio Marcon al Quotidiano Nazionale ha contribuito a rendere virale la discussione. Marcon, consulente presso il Centro Tutela Legale, che offre assistenza agli automobilisti durante i ricorsi, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla conformità degli autovelox in Italia.
Secondo Marcon, nessun autovelox nel Paese rispetta i requisiti normativi, poiché manca la necessaria certificazione legale e metrologica. Questa certificazione dovrebbe verificare se gli strumenti hanno le caratteristiche tecniche per garantire misurazioni precise. Senza superare questo esame, gli autovelox non possono essere omologati. Marcon sottolinea che è compito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) assicurare la certificazione legale e metrologica, come stabilito dall’articolo 117 della Costituzione.
Multe auto ZTL: la recente sentenza
La recente sentenza della Cassazione ha evidenziato la differenza tra approvazione e omologazione, aprendo la strada a potenziali ricorsi. Tuttavia, secondo Marcon, la Cassazione avrebbe trascurato il requisito fondamentale della certificazione legale e metrologica. Questo potrebbe mettere a rischio l’intero sistema di controllo automatizzato. Attualmente, non ci sono segnalazioni di interventi fisici sulle reti di autovelox da parte del Ministero, e se la situazione rimanesse invariata, le multe sarebbero contestabili. Tuttavia, fare ricorso comporta dei costi e non sempre ne vale la pena.
In Italia ci sono più di 11.000 autovelox, che rappresentano una fonte significativa di entrate per molti comuni. Secondo Marcon, tali dispositivi potrebbero essere utilizzati per scopi statistici anziché per sanzionare. Le preoccupazioni sollevate da Marcon sono ancora più gravi e potrebbero mettere a rischio l’intero sistema.
Secondo lui, la Cassazione potrebbe essere in errore o comunque avrebbe trascurato di menzionare il fondamentale passaggio della certificazione legale e metrologica. Questo ostacolo non può essere ignorato e risolverlo richiederebbe un intervento su larga scala sull’intera rete di autovelox, ma finora non sono pervenute segnalazioni in tal senso da parte del ministero.
Se la situazione dovesse rimanere invariata, le sanzioni sarebbero soggette a contestazione, ma ciò comporterebbe un costo. Marcon sottolinea che nessun autovelox in Italia rispetta i requisiti normativi, comprese le telecamere Photored e quelle utilizzate per sorvegliare le Zone a Traffico Limitato (ZTL).
Dal punto di vista tecnico, questi dispositivi non sarebbero in grado di emettere multe. Tuttavia, fare ricorso ha dei costi e non sempre è vantaggioso. Infine, Marcon sottolinea l’importanza di affrontare direttamente il problema dell’eccesso di velocità, anziché limitarsi a emettere multe. Se c’è chi infrange i limiti di velocità, è compito delle autorità intervenire con pattugliamenti efficaci, anziché limitarsi a emettere sanzioni.