Posso procedere con uno sfratto se l’inquilino è rumoroso e crea problemi? Attenzione a tutti questi casi: cosa fare.
Affittare un appartamento può talvolta trasformarsi in una vera e propria sfida, soprattutto quando si ha a che fare con inquilini che disturbano la quiete pubblica.
Ma cosa accade quando le lamentele dei vicini si accumulano? È possibile per il proprietario sfrattare l’inquilino per motivi di rumore?
Inquilino rumoroso: quando è possibile sfrattarlo
La normativa vigente offre delle soluzioni sia al locatario sia al locatore in caso di disturbi sonori. Da un lato, chi affitta può decidere di lasciare l’immobile prima della scadenza del contratto qualora i rumori provenienti dagli altri appartamenti rendano impossibile una convivenza serena. Dall’altro, il proprietario dell’appartamento ha il diritto di interrompere il contratto qualora sia l’inquilino stesso a causare disturbo.
Questo perché, firmando il contratto di locazione, l’inquilino si impegna a rispettare non solo le regole del condominio ma anche a utilizzare l’appartamento secondo le finalità concordate. Qualsiasi deviazione da questo accordo, come fare rumore in orari non consentiti o destinare l’appartamento ad attività diverse da quelle abitative, può essere considerata motivo valido per una risoluzione del contratto.
Di fronte a situazioni di questo tipo, il proprietario dell’immobile ha diverse opzioni. Nonostante non possa procedere con uno sfratto nel senso tradizionale del termine – procedura riservata principalmente ai casi di morosità o alla scadenza naturale del contratto – può comunque agire legalmente contro l’inquilino.
Il primo passo consiste nel raccogliere prove concrete dei disturbi causati dall’affittuario. Questo può avvenire attraverso testimonianze dirette dei vicini o mediante relazioni tecniche che attestino la natura e la gravità dei rumori prodotti. Una volta ottenute le prove necessarie, è consigliabile rivolgersi ad un avvocato specializzato per valutare la fattibilità e procedere con una causa civile mirata alla risoluzione del contratto per inadempimento da parte dell’inquilino.
La raccolta delle prove gioca un ruolo cruciale nella gestione legale della questione. Dichiarazioni scritte dai vicini infastiditi possono fornire un supporto significativo alla causa; altrettanto utili possono risultare i pareri tecnici riguardanti la tollerabilità dei suoni emessi e lo stato delle strutture abitative sotto il profilo dell’insonorizzazione.
Sebbene lo sfratto diretto per cause legate al disturbo della quiete pubblica non sia previsto come tale dalla normativa italiana, esistono vie legali attraverso cui un proprietario può tutelarsi da comportamenti scorretti degli inquilini. La chiave sta nell’agire sempre sulla base di elementi probatori solidi e affidandosi alle competenze legali appropriate.